Le domande più frequenti sull'implantologia

FAQ

Quali sono i pazienti che possono affrontare l’intervento? E a chi è invece sconsigliato?

Praticamente tutti i pazienti possono affrontare l’intervento, sta al vostro odontoiatra mettere in luce eventuali controindicazioni per lo più di carattere locale. Le controindicazioni mediche assolute al posizionamento degli impianti sono molto rare. Il rischio di infezione focale con un impianto osteointegrato è molto scarso e sicuramente minore che con un dente devitalizzato. Il limite tra controindicazioni relative ed assolute non è netto e comprende l’analisi di diversi parametri. Pazienti con diabete compensato o con anemia o altre problematiche sistemiche possono essere curati da un team chirurgico ben addestrato che deve attenersi rigorosamente al protocollo chirurgico e alle norme di asepsi. Il consumo di tabacco aumenta il rischio di insuccesso del 10% circa e costituisce una controindicazione a trattamenti più complessi quali gli innesti ossei, ma non è controindicazione assoluta all’inserimento normale di impianti.

 

Anche i portatori di handicap possono accedere all’intervento?

L’intervento di implantologia presenta le stesse problematiche di qualsiasi altro intervento odontoiatrico pertanto un ambulatorio privato o una struttura pubblica che sia attrezzata per curare pazienti handicappati potrà facilmente svolgere questa tipologia di intervento. Naturalmente anche se nulla osta all’inserimento di impianti in tali pazienti sta alle capacità del clinico valutare attentamente i rapporti rischi-benefici di un simile trattamento tenuto conto che il successo a lungo termine degli impianti è strettamente legato alla capacità di mantenere un’elevata igiene orale il che non è sempre facilmente realizzabile nel paziente handicappato.

 

Quanto dura l’intervento?

Dipende strettamente dalla complessità dell’intervento: da meno di un’ora per un impianto singolo in presenza di un volume osseo sufficiente ad alcune ore (tre al max) se si devono posizionare numerosi impianti in una cresta che deve essere rialzata o in caso di rialzo del seno mascellare.(sinus lift vd. Cap. interventi complessi)

 

L’intervento è doloroso?

Assolutamente no, il paziente viene adeguatamente anestetizzato con i metodi dell’anestesia locale che impiega mepivacaina, articaina, lidocaina e vasocostrittori aggiungendo eventualmente il protossido d’azoto (vd. Capitolo macchinari) che aiuta nella sedazione del paziente. In casi estremi è anche possibile far intervenire un anestesista in sede ambulatoriale per una sedazione più profonda.

 

Se si deve eseguire una rigenerazione ossea l’intervento si complica? E in che modo?

In alcuni casi la quantità di osso presente non è sufficiente all’inserimento di impianti di lunghezza adeguata né ovviamente alla loro stabilità (si parla di stabilità primaria). Oggi sono disponibili diverse tecniche chirurgiche per la rigenerazione dell’osso ai fini implantari . Naturalmente questo richiede che l’operatore sia esperto in questo tipo di trattamenti e che il paziente sia completamente informato circa le modalità di esecuzione, le eventuali complicanze e la tempistica richiesta dall’intervento. Infatti come descritto nell’apposito capitolo spesso queste tecniche devono essere eseguite prima del posizionamento degli impianti per poter aumentare l’osso e solo dopo 6-12 mesi si possono inserire gli impianti che dovranno attendere ancora qualche mese per essere caricati.

 

Dopo l’intervento devo rimanere senza protesi? Per quanto tempo?

Dipende dal tipo di intervento , se gli impianti sono inseriti in una lacuna intercalata (zona senza denti) è possibile realizzare un provvisorio che si appoggi agli elementi dentari adiacenti senza comprimere eccessivamente la mucosa (di tipo ponte fisso tradizionale oppure Maryland bridge). Questo provvisorio potrà essere portato dal paziente anche subito dopo l’intervento. Se l’arcata è completamente edentula o quasi, sarà necessario realizzare una protesi rimovibile appoggiata a qualche radice residua eventualmente lasciata in situ per permettere l’ancoraggio protesico. L’unico caso in cui non si può portare la protesi per qualche tempo che deve essere indicato dal chirurgo è quello in cui si siano realizzati dei rialzi di cresta che potrebbero essere destabilizzati dalla pressione della protesi.

 

Posso lavarmi i denti normalmente? E, se non ho i denti come pulisco i punti di sutura?

I denti devono essere lavati normalmente e i punti di sutura che possono essere di seta o di altro materiale riassorbibile o no devono essere sciacquati con collutorio a base di clorexidina e/o detersi con un cottonfioc imbevuto di collutorio o di acqua ossigenata.

 

Dopo l’intervento devo rispettare il riposo assoluto?

Se l’intervento ha avuto una durata superiore all'ora e mezza e vi è stata una qualche forma di sedazione è consigliabile che il paziente venga riaccompagnato a casa ed osservi almeno 24 ore di riposo, in caso contrario lo si può considerare alla stregua di un qualsiasi altro intervento odontoprotesico e dipende dalla reattività individuale il dover osservare un maggiore o minore riposo.

 

Quanto dura un lavoro di protesi su impianti?

Esistono ormai in letteratura controlli che attestano il buon funzionamento di protesi ormai da più di 15 anni. Ovviamente nella protesi implantare assume un’importanza fondamentale il mantenimento degli impianti da un punto di vista igienico e da parte del professionista che li ha inseriti. Esistono soluzioni protesiche più azzardate dove gli impianti inseriti sono particolarmente corti magari in sedi dove il carico masticatorio è elevato ed altre molto sicure come le protesi fisse complete eseguite in sede mandibolare e appoggiate su sei impianti interforaminali ( tra le emergenze dei due forami mentonieri) di notevole lunghezza (maggiore di tredici mm). Queste ultime hanno sicuramente una prognosi più favorevole e di ciò bisogna tenere conto dando una risposta a questa domanda che richiede in realtà una molteplicità di considerazioni che devono essere svolte da caso a caso. Ad esempio l’occlusione è un elemento fondamentale di cui tenere conto.

 

Di quali materiali è realizzabile la protesi su impianti?

Bisogna distinguere gli abutment (perni) avvitati direttamente sugli impianti dalle corone che possono essere a loro volta avvitate o cementate sugli abutments. I perni o abutments sono l’equivalente dei monconi protesici mentre le corone equivalgono alle corone di protesi fissa.I primi possono essere acquistati dalla casa produttrice degli impianti ed essere in titanio oppure possono essere confezionati dall’odontotecnico con una lega d’oro. Per la protesi vera e propria è stata finora utilizzata prevalentemente la lega nobile che permette la costruzione di protesi in ceramica. Recentemente esiste anche la possibilità di costruire corone in Titanio che verrà poi ricoperto di ceramica. Naturalmente le protesi rimovibili ancorate su impianti vengono realizzate normalmente in resina con una sottostruttura di rinforzo simile all’acciaio (lega cromo-cobalto). Anche le corone fisse possono essere realizzate in resina (provvisoriamente) o in composito.

 

E’ possibile collegare gli impianti ai denti naturali?

Preferibilmente si sceglie di non collegare gli impianti ai denti naturali, tuttavia in alcuni casi non si può fare diversamente a causa della posizione che hanno assunto i denti naturali a seguito di una loro migrazione e per l’impossibilità di inserire impianti in alcune sedi anatomiche. In questo caso è sempre consigliabile eseguire una connessione rigida tra i due tipi di elementi.

 

In caso di perdita di uno o due impianti in una ricostruzione protesica totale si perde tutto il lavoro?

No non sempre, risulta però necessario apportare qualche modifica al lavoro di protesi.

 

Mi è stato estratto un dente, quanto tempo devo aspettare prima che possa essere inserito un impianto?

Circa 30 giorni per una guarigione completa delle mucose, se si vuole una ricostruzione ossea adeguata però sarà necessario attendere almeno tre mesi.

 

Prima di inserire un impianto deve essere sempre eseguita una rigenerazione ossea?

No, dipende dalla quantità di osso disponibile.Talvolta è sufficiente una piccola aggiunta di osso nella sede implantare che però si può prelevare nell’atto stesso della preparazione del sito implantare mediante uno speciale filtro che viene collegato ad un’aspiratore chirurgico.

 

C’è una differenza tra il numero e il tipo di impianti che si posizionano a sostituzione di un incisivo o di un molare?

Ovviamente sì: il molare è un dente di notevole diametro e soprattutto con due o tre radici, questo significa che può essere sostituito sia per funzione sia per estetica da un impianto a grande diametro (anche 5 mm o più) oppure, se lo spazio lo consente, da due impianti ciascuno nella sede della precedente radice. L’incisivo viceversa è un dente monoradicolato e saranno gli spazi e le esigenza estetiche (incisivo centrale superiore più grande; incisivo laterale o incisivi inferiori) a dettare il diametro dell’impianto che potrà essere usato.

 

Che cos’è il rialzo del seno mascellare?

E’ un intervento complesso che si deve eseguire quando l’osso per inserire impianti nella zona posteriore del mascellare superiore è insufficiente . Vedi capitolo interventi complessi.

 

Come viene gestito il periodo senza denti?

In genere il periodo senza denti non esiste o esiste solo per pochi giorni nel caso in cui si eseguano interventi estesi tali per cui il posizionamento di un provvisorio mobile al di sopra della ferita potrebbe comprometterne gravemente la guarigione e potrebbe costituire già una sorta di carico immediato per gli impianti sottostanti.


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